Fabrizio Quiriti

Critico e storico dell’arte

Una ragione affettiva, da ricondurre al 1975, mi spinge a scrivere. Nel gennaio di quell’anno infatti, Mauro esponeva nella sua prima personale, che era anche la mostra inaugurale della neonata “Sala d’Arte” a Cuneo, curata dall’allora altrettanto neofita sottoscritto. Tanta è stata la strada da quei primi disegni a china, dagli sguardi intensi in volti di guttusiana memoria: la nervosa linea grafica giovanile ha lasciato spazio agli ormai noti lavori polimaterici debitori del bagaglio culturale personale dell’artista (architetto e prima ancora scenografo), ma anche collettivo italiano, come un patrimonio genetico. Così, se è facile riconoscere un tributo alla tradizione pittorica e architettonica classico-rinascimentale del Bel Paese, è necessario riconoscere a Milani anche un’attenta conoscenza dell’arte italiana del secondo Novecento. Gli squarci di bisturi con cui seziona oggi le sue sculture con un accenno alla quarta dimensione come un moderno cubista, negli anni Ottanta e Novanta erano finestre aperte sul passato artistico italiano, strizzando l’occhio a Schifano e Paolini, la cui riconoscibilità visiva è un’àncora nel vortice informale e materico della pittura.

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Copyright © MMXX - Programma iconografico: Mauro Milani - Testi: Giancarlo Bonomo, Raffaella Ferrari, Fabrizio Quiriti
Musica: Johann Sebastian Bach "Allemanda" nell'esecuzione di Marco Coppi